- raccontato da Livia Portolan | 1919
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Provincia di Roma - Per la memoria | 26/08/2011
Livia è nata in Istria quando era ancora parte dell’Impero austro-Ungarico. Ha fatto le scuole a Zara poi ha cominciato a fare l’università a Venezia. Ma il padre, ufficiale di Marina, nel 1942 è scomparso a Tobruk e, mancando i soldi, Livia ha lasciato gli studi per andare a lavorare alla Banca d’Italia a fiume. L’8 settembre Livia si trovava a Spalato. Insieme alla sorella che aveva solo sedici anni, avrebbe voluto raggiungere la madre e il fratello a Curzola ma intanto li avevano mandati a Bari. Così, rimasta a Spalato, Livia entrò in una formazione partigiana. Il 28 ottobre venne a sapere che era stata individuata ai nazisti. Per sfuggire all’arresto, lei e la sorella riuscirono a salire su una nave ospedale e arrivarono a Trieste dopo otto giorni di navigazione sotto le bombe. A Trieste Vera venne arrestata col suo datore di lavoro, un napoletano che faceva il doppio gioco con i partigiani. Con lei vennero arrestate anche la sorella e la cugina. E portate tutte ad Auschwitz.
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