Carlo Binarelli

 
Carlo Binarelli

nato nel 1940
Albano

8 Racconti

14.1 min
Quando Carlo è tornato ad Albano ha trovato tutto distrutto, non c’era più né luce né acqua. La terra che possedevano non era stata più coltivata e mangiavano quello che capitava; Carlo ricorda le insalate di papaveri. Dopo poco tempo, essendo orfano, Carlo è andato in collegio. Prima ad Anzio, poi a Roma, poi a Rieti. A Rieti era un convento di frati ma faceva tanto freddo; Carlo scelse l’avviamento agrario perché sapeva che sarebbe stato trasferito. E così è finito a Firenze e poi a Cattolica e infine a Carrara dove abitava una cugina. Carlo aveva 16 anni quando ha preso la licenza di avviamento, aveva perso qualche anno per via della guerra e fino a 18 anni ha avuto un giudice tutelare. Sono stati anni di umiliazione,Carlo ricorda una vicina che aveva una trattoria e gli dava un piatto di minestra. A 23 anni Carlo è entrato alla Stefer, la ditta di tram, e le cose sono cominciate a cambiare.
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2.2 min
Da casa si vedeva il mare e quando è iniziato lo sbarco si vedevano il ampi delle cannonate. Gli americani erano molto attrezzati e ben riforniti di viveri. Tutti si aspettavano che in un paio di giorni sarebbero arrivati a Roma.
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1.7 min
Carlo ha conosciuto la moglie sul tram di servizio per i Castelli, lei abitava a Santa Maria delle Mole. Lei aveva 14 anni, già lavorava presso una sartoria a via della Croce. Si sono sposati che lei aveva 19 anni, hanno appena festeggiato le nozze d’oro
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3.7 min
Ogni anno ad Albano il 10 febbraio suona la sirena per ricordare le migliaia di morti di quel bombardamento. Ogni anno si rivive lo strazio del ricordo. E si rivive l’angoscia dei bombardamenti. Quando suonava la sirena si scappava e si restava pigiati nella grotta e poi si tornava a casa sperando che non fosse successo nulla. Quest’anno il 10 febbraio nevicava, proprio come quell’anno e Carlo si ricorda che lui e il fratello non sono morti sotto le macerie perché erano fuori a giocare nella neve.
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11.8 min
Si sapeva che c’era la guerra, si sapeva che sarebbero arrivati tempi duri ma la guerra si è sentita veramente solo dal ’42 in avanti, quando si è cominciato a comprare il cibo razionato con la tessera. Per fortuna la famiglia di Carlo aveva un pezzo di terra e sopperivano. Dopo un bombardamento, Carlo con il fratello, la sorella e la nonna, uscì dalla grotta dove si erano nascosti dopo tre giorni. Lo spazio era ristretto,dormivano seduti e mangiavano quello che portava uno zio. Durante quel bombardamento i genitori sono morti sotto le macerie della loro casa. E così i tre fratelli hanno lasciato Albano; Carlo è venuto a Roma con la nonna ospiti a piazza Farnese da amici, la sorella è andata con uno zio dalle parti di Grottarossa e il fratello a Milano.
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1.5 min
Avevano una maglietta bianca che era quella della vecchia GIL con gli stemmi levati che però aveva lasciato il segno. Quando andavano fuori erano sempre incolonnati ed erano anche malvisti perché la gente riconosceva le vecchie divise fasciste.
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3.6 min
Carlo non tornerebbe indietro, la vita per lui è stata dura. Continua a raccontare le cose che ha vissuto perché i ragazzi della sua famiglia si rendano conto che quelli attuali sono tempi privilegiati. Ma soprattutto non si rende conto come ci possa essere qualcuno che parla ancora di guerra.
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8.2 min
Non c’erano grandi risorse e si giocava con quello che si trovava. Spesso i giocattoli si inventavano. La scuole era molto severa ma era anche molto istruttiva e i professori venivano visti come esempi da seguire. Albano era molto più piccola, tutti si conoscevano ed era come vivere in un’unica famiglia. Le cose sono cambiate dopo la guerra quando le persone, forse per le difficoltà, hanno cominciato a pensare ognuno per se. Carlo ha fatto la prima comunione nel 1946 che aveva già dodici anni perché durante la guerra non era stato possibile e non c’è stata nessuna festa.
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