I ragazzi che oggi abitano a Centocelle o a Tor Pignattara o al Quarticciolo non sanno quasi nulla, pensa Carla, di quello che è successo nei loro quartieri. Solo a Centocelle ci sono lapidi che ricordano almeno 22 persone morte nei combattimenti con i tedeschi durante l’occupazione di Roma. Successe perché dopo lo sbarco di Anzio un gruppo di gappisti di Roma venne mandato a Centocelle per organizzare la resistenza dato che quella parte della città si trovava a ridosso della via Casilina dove passavano i rifornimenti ai tedeschi sul fronte di Cassino. A questi gappisti si unirono i partigiani del quartiere e la prima manifestazione fu un comizio a Piazza dei Mirti tenuto da Rosario Bentivegna che era salito su una cassetta della verdura. E la gente, mentre Rosario diceva che non era più tempo si stare in casata di liberare Roma, si radunò intorno a lui. Cominciò la resistenza romana che era fatta di azioni molto veloci come quelle di bloccare le colonne tedesche, per cui non era facile catturare i partigiani.
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