Franco Enrico Gaspardis ha come primi ricordi bombardamenti e rifugi. Ma era piccolo e gli sembrava un gioco. Nel 1945, a sei anni, a Fiume entrano i titini. Loro erano tre fratelli di cui Franco era il più piccolo. aspettava di ereditare dal fratello più grande la divisa di Balilla che però non ha mai potuto indossare perchè era diventato pioniere con la stella rossa. quando la famiglia è arrivata a Trieste furono prima censiti, poi inviati al campo profughi di Bologna. il treno però si fermò perchè gli scambi erano gelati: pare che i ferrovieri avessero scioperato per non far arrivare i profughi. alla fine arrivarono a Laterina, in Toscana dove le baracche erano recintate dal filo spinato. Franco giocava alla guerra e un giorno con altri bambini andò in un campo a mangiare l'uva perchè avevano fame ma il contadino sparò dalla finestra. Aveva certamente sparato in aria ma il ricordo è triste perchè si sparò su bambini considerati nemici. La prima volta che è tornato a Fiume è andato nella vecchia casa dei nonni, stava per scavalcare dalla finestra come faceva da bambino ma una donna, giovane, gli ha chiesto cosa facesse in casa sua. E ha capito che quella donna non era un intrusa, in quella casa ci era nata, era passato molto tempo. Tratto dal film documentario Voci in esilio, per gentile concessione del Museo di Fiume - Roma
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